L’elettroterapia, come l’utilizzo della corrente elettrica a scopo terapeutico, ha una lunga storia basti pensare che in antichità venivano utilizzate le torpedini, pesci aventi la possibilità di generare scariche elettriche, per indurre analgesia in pazienti che avevano qualche forma di dolore.

INDICE

  1. Cos’è l’elettroterapia
  2. Come funziona l’elettroterapia
  3. Come si realizza un’applicazione
  4. Indicazioni
  5. Controindicazioni

Cos’è l’elettroterapia

Considerando le indicazioni terapeutiche l’elettroterapia può essere suddivisa in due categorie: Elettroterapia Antalgica e di Stimolazione.

  • Elettroterapia Antalgica. Sono definite antalgiche quelle correnti che sono in grado di ridurre la sensazione dolorifica. Queste correnti possono avere meccanismi d’azione differenti nel produrre l’effetto analgesico. Vedremo dettagliatamente questi meccanismi nella prossima sezione.
  • Elettroterapia di Stimolazione. Si definisce Elettroterapia di Stimolazione la somministrazione di corrente elettrica finalizzata a produrre contrazioni muscolari. Queste contrazioni hanno lo scopo di “allenare” la funzionalità del muscolo. Questo tipo di elettroterapia può essere utilizzata, con le corrette impostazioni, sia per stimolare un muscolo innervato che per stimolare un muscolo denervato.

Come funziona l’elettroterapia

I meccanismi d’azione delle correnti antalgiche possono essere riassunti in:

  • Attivazione delle aree del cervello deputate al controllo della soglia dolorosa (Inibizione discendente). Il cervello può regolare la nostra sensibilità dolorifica. Attraverso la sollecitazione trasmessa dall’area stimolata a particolari aree, la soglia del dolore può essere innalzata limitando quindi il dolore.
  • Inibizione del passaggio di stimoli dolorifici a livello midollare per dare precedenza al passaggio di stimoli tattili (Gate control). Dobbiamo immaginare che a livello del midollo spinale vi è come un crocevia. Se all’incrocio passano gli stimoli tattili (stimoli prodotti dalla corrente antalgica), non possono passare gli stimoli dolorifici.
  • Produzione di endorfine. Le endorfine sono potenti molecole antidolorifiche che il cervello può produrre per inibire il dolore. Alcune correnti antalgiche hanno la capacità di sollecitare la produzione di queste molecole.
  • Iperpolarizzazione. Questo meccanismo lavora a livello delle terminazioni nervose nel sito del dolore rendendole più refrattarie agli stimoli. In questo modo, a parità di stimolo, il dolore viene percepito meno. Esistono anche altri meccanismi minori che si ipotizza collaborino per spegnere il dolore. Questi presentati sono i principali che ritroviamo in molte delle correnti antalgiche oggi in uso.

La corrente galvanica, ad esempio, privilegia come meccanismo d’azione l’iperpolarizzazione delle terminazioni nervose nella zona di dolore, le TENS (Trans Electrical Nerve Stimulation) agiscono maggiormente con meccanismo di gate control, quando utilizzate a frequenze intorno ai 100-120 Hz mentre privilegiano la produzione di endorfine quando vengono utilizzate in modalità agopuntura (1-4 Hz).

Esistono apparecchiature moderne, denominate neurostimlazione interattiva, che cambiano il segnale utilizzato in virtù di alcuni parametri misurati sulla pelle. Queste apparecchiature, massimizzano gli effetti, agiscono contemporaneamente su tutti i sistemi avendo il pregio di ottimizzare i tempi di applicazione.

I meccanismi d’azione delle correnti di stimolazione possono essere ricercati nell’attività muscolare che sono in grado di produrre. Queste correnti, infatti, hanno la capacità di produrre una contrazione muscolare del tutto simile a quella che si produce mediante attività nervosa. Queste contrazioni, se ripetute per un tempo e modalità adeguate, producono effetti di aumento del tono muscolare e/o recupero del tono muscolare qualora il paziente avesse un deficit dello stesso. Il limite di questo tipo di terapia è nel fatto che la contrazione muscolare è un evento fisiologico che parte dal cervello, che viaggia lungo il midollo per arrivare grazie ai nervi al muscolo. Allenare solo la contrazione muscolare senza allenare il resto del sistema, ha ovviamente delle indicazioni precise.

Può essere estremamente utile quando non sia consentito il carico al fine di evitare eccessiva perdita di tono ma va scoraggiata quando è possibile utilizzare il movimento attivo. Quando ci troviamo davanti ad un paziente denervato, possiamo, in alcuni casi, utilizzare le correnti triangolari che, interagendo con il corpo, producono la contrazione selettiva delle fibre muscolari denervate.

Siccome la reinnervazione è un processo estremamente lento è opportuno far lavorare le fibre muscolari denervate per trovarle pronte per quando “ricrescerà” il nervo. Sebbene questo concetto sia legato al buon senso, in letteratura scientifica, non vi è ancora accordo un’unanime sull’effettiva utilità di questa forma di terapia.

Come si realizza una applicazione

Per realizzare una seduta di elettroterapia antalgica si applicano gli elettrodi nella zona da trattare e si accende l’apparecchiatura che eroga segnali che possono essere percepiti come un formicolio. L’applicazione può variare da pochi minuti fino a un’ora. Le correnti TENS possono essere prodotte da apparati piccoli come un telefonino. Per questa ragione si prestano all’utilizzo domiciliare e come presidio di automedicazione.

La modalità agopuntura delle TENS produce stimoli più intensi che provocano delle piccole contrazioni muscolari. Per realizzare una seduta di elettroterapia di stimolazione di un muscolo innervato è necessario porre gli elettrodi sulla superficie del muscolo che si vuole andare a stimolare, normalmente a monte e a valle del muscolo stesso. Le correnti di stimolazione sono intervallate da pause di riposo così come si fa con l’esercizio.

La contrazione del muscolo deve essere visibile e intensa così come se fosse un esercizio vero e proprio. Solitamente le sessioni di lavoro vanno dai 15 ai 40 minuti. Nel caso di muscoli denervati, il terapista applica l’elettrodo su di un punto chiamato il punto motore del muscolo. Questo punto distribuirà l’impulso a tutta la massa muscolare. In caso di denervazione, le fibre muscolari, vanno facilmente incontro a fatica, quindi le sedute hanno in genere durata massima 15 minuti.

Indicazioni

Prima di parlare delle indicazioni dell’elettroterapia antalgica è necessario chiarire che è vietato somministrare questo tipo di terapia se non vi è stata una diagnosi altrimenti si corre il rischio di coprire un dolore che potrebbe avere una funzione utile.

Per fare un esempio che chiarifica questo concetto ricordiamo che il dolore alla spalla sinistra può essere dovuto ad un infarto e pertanto, coprire il dolore, potrebbe ritardare la richiesta di aiuti con effetti negativi.

Le indicazioni per l’elettroterapia antalgica vanno dal dolore post chirurgico, al dolore dovuto a nevralgie (sciatalgia, cervicalgia, dolore post erpetico etc) a diverse forme di dolore acuto. Sebbene ci siano molte perplessità sulla sua reale indicazione l’elettroterapia del muscolo denegavo può essere utilizzata in chi abbia subito una lesione nervosa con associata perdita della forza muscolare.

L’elettroterapia di stimolazione del muscolo innervato trova indicazione nel trattamento della perdita di tono muscolare post immobilizzazione.

Controindicazioni

L’elettroterapia è da evitare in casi di:

  • Presenza di Pace Maker o di altri stimolatori impiantati
  • Lesione della pelle nell’area dove vanno applicati gli elettrodi
  • Gravidanza